Il tessuto barrato può essere composto da una qualsiasi fibra, compresi i filati sintetici e misti.
Si caratterizza per le fasce orizzontali che attraversano tutta l’altezza del tessuto.
Può essere a colori differenti (minimo due) e a seconda dell’effetto che si desidera ottenere, si scelgono intervalli che siano regolari o meno.
Le “bajadera” sono le rigature orizzontali dai colori forti e prendono il nome dalle danzatrici indiane che indossavano i caratteristici abiti in cotone o seta colorati e variopinti.
Per ottenere una tela barrata è necessario realizzare un ordito in tinta unita, mentre le trame utilizzate devono essere disposte a fasce di colore alternato, ripetendo la sequenza.
Nel Medioevo occidentale i tessuti barrati erano riservati ai personaggi negativi, basti pensare che malati, condannati e traditori dovevano indossarli in colori vivaci, così che fosse facile riconoscere la loro diversità ed il sovvertimento all’ordine.
Verso la metà del XIII secolo a Parigi i così detti frati barrati, les frères barrés (frati sbarrati – in francese antico barrés si traduce anche con bastardo) i frati carmelitani che indossavano una veste scura e un mantello rigato, di origine orientale, a cui decisero di non rinunciare.
In tempi più recenti, ricordiamo le caratteristiche casacche dei prigionieri delle carceri, realizzate con grandi bande bianche e nere orizzontali.
Fortunatamente oggi questo significato è totalmente decaduto e le righe orizzontali alludono piuttosto a simbologie positive come le bandiere, i tessuti da spiaggia o per il tempo libero.
Un accortezza nella produzione di capi d’abbigliamento realizzati in tessuto barrato sta nel fare attenzione alle proporzioni e nella scelta di modelli semplici, poichè come risaputo, la rigatura orizzontale tende ad allargare la figura.